Scoperti gli effetti sulla spexina di un SSRI

 

 

LUDOVICA R. POGGI

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIV – 15 ottobre 2016.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

 La spexina (SPX) è un neuropeptide scoperto di recente che ha rivelato un ampio spettro di attività di regolazione oltre il ruolo più noto di potente induttore di anoressia. È ormai nozione consolidata che i farmaci antidepressivi, inclusi gli inibitori selettivi della ricaptazione della 5-HT (SSRI), possono modulare la segnalazione peptidergica in varie strutture cerebrali. Fino ad oggi non sono stati però specificamente indagati gli effetti del trattamento con un SSRI sull’espressione della SPX nei neuroni cerebrali.

Palasz e colleghi hanno condotto questa sperimentazione con l’escitalopram, determinando in 3 formazioni del cervello di importanza cruciale per l’attività psichica, l’azione della molecola inibitrice della ricaptazione di serotonina sul neuropeptide SPX.

I risultati sono di grande rilievo perché potrebbero determinare l’apertura di un nuovo capitolo nello studio dei meccanismi d’azione degli antidepressivi.

(Palasz A., et al., Escitalopram affects spexin expression in the rat hypothalamus, hippocampus and striatum. Pharmacological Reports 68 (6): 1326-1331, 2016).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Histology, School of Medicine in Katowice, Medical University of Silesia, Katowice (Polonia); Department of Clinic and Psychiatric Rehabilitation, School of Medicine in Katowice, Medical University of Silesia, Katowice (Polonia); Manchester Immunology Group, Faculty of Life Sciences, University of Manchester, Greater Manchester (Regno Unito); Biomedical and Life Sciences, Faculty of Health and Medicine, Lancaster University, Lancaster (Regno Unito).

La spexina (SPX), anche denominata NPQ, è un neuropeptide considerato fisiologicamente un ormone peptidico che, in quanto tale, è derivato da un pro-ormone. La famiglia di polipeptidi cui appartiene ha un ruolo nell’induzione delle contrazioni della parete dello stomaco ed è espressa in maniera consistente dalle cellule degli strati submucosali dell’esofago e dello stomaco nel topo. L’identificazione della spexina, insieme con quella della augurina, si attribuisce a Mirabeau e colleghi del Mouse Biology Unit dell’EMBL di Monterotondo[1]. Successivamente sono stati dimostrati ruoli di modulazione della nocicezione e di regolazione cardiovascolare e renale, mediante l’intervento nel controllo della pressione arteriosa e nell’equilibro del sodio e dell’acqua[2].

Il citalopram (Seropram) è un antidepressivo della classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della 5-HT, composto da uguali quantità dell’S-enantiomero, escitalopram, e dell’R-enantiomero, detto R-citalopram. Un buon numero di studi preclinici e clinici ha riportato che l’escitalopram è un potente SSRI che, rispetto al citalopram, presenta una più rapida comparsa degli effetti antidepressivi. Al contrario, l’enantiomero R-citalopram, pur possedendo proprietà di inibizione della ricaptazione della serotonina, in molti studi in vivo e in vitro sembra agire contrastando, e di fatto antagonizzando, l’azione dell’escitalopram. L’esatto meccanismo mediante il quale l’R-citalopram esercita la sua azione non è stato pienamente delucidato, ma, sulla base di evidenze sperimentali, è stata ipotizzata un’interazione allosterica fra enantiomeri e proteina trasportatrice della serotonina (SERT). Si nota, di passaggio, che in presenza di un solo enantiometro (escitalopram) si ha l’occupazione sulle molecole di SERT sia dei siti primari che di quelli allosterici; in presenza dei due enantiomeri – come quando si somministra il farmaco citalopram – l’R-enantiomero si lega al sito allosterico e riduce l’efficacia dell’escitalopram legato al sito primario[3].

Il metodo su cui si è basato il lavoro di Palasz e colleghi è consistito sostanzialmente nella misura dell’espressione di mRNA e proteine della SPX nei neuroni di tre specifiche regioni cerebrali, ovvero l’ipotalamo, l’ippocampo e lo striato, di ratti trattati cronicamente con una dose corrispondente a 10 mg/Kg di peso corporeo di escitalopram, usando la PCR quantitativa Real Time e metodi di immunoistochimica.

Gli autori dello studio sono rimasti sorpresi nel rilevare che un trattamento di lunga durata, cioè protratto per 4 settimane, portava alla downregulation dell’espressione di SPX nell’ipotalamo di ratto.

Questo risultato supporta l’ipotesi che la SPX possa essere implicata nelle azioni ipotalamiche serotonina-dipendenti degli antidepressivi SSRI e, con ogni probabilità, anche nel meccanismo centrale che determina l’aumento di massa corporea.

Al contrario di quanto rilevato nell’ipotalamo, l’espressione di SPX aumenta nell’ippocampo e nello striato.

Lo studio qui presentato, per quanto è a nostra conoscenza, è il primo ad aver documentato sperimentalmente gli effetti di un farmaco antidepressivo, e in assoluto di uno psicofarmaco, sull’espressione della SPX in un cervello animale. I risultati di Palasz e colleghi forniscono una nuova traccia nello studio della farmacologia degli antidepressivi e possono indicare, quali responsabili dell’azione antidepressiva, meccanismi alternativi a quelli noti.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza ed invita alla lettura degli scritti di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Ludovica R. Poggi

BM&L-15 ottobre 2016

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

_____________________________________________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] Mirabeau O., et al. Identification of novel peptide hormones in the human proteome by hidden Markov model screening. Genome Research 17: 320-327, 2007.

[2] Toll L., et al. Peptides derived from the prohormone proNPQ/spexin are potent central modulators of cardiovascular and renal functions and nociception. FASEB J. 26: 947-954, 2012.

[3] Mnie-Filali O., et al. Escitalopram: a selective inhibitor and allosteric modulator of the serotonin transporter. Encephale 33 (6): 965-972, 2007.